Per quanto concerne la chimica l’anemometro a filo caldo di primo acchito sembrerebbe c'entrarci relativamente poco per l’apparente semplicità dello strumento e per gli ambienti di utilizzo non propriamente particolari. Dietro ad un semplice filo però, come abbiamo visto per quanto riguarda la legge di King, si cela molto di più di quello che si pensa.
I processi di produzione, infatti, sono altamente legati con questa disciplina e le tecnologie utilizzate sono differenti se il sensore
è un filo, un film o un nano-filo.
L’anemometro a FILO caldo se fabbricato in platino è
prodotto molto spesso tramite il "filo di Wollaston". Quest’ultimo consiste in
un filamento di platino tirato per matrici con maglie sempre più piccole fino a che
non si arriva ad una certa dimensione (~0.07 mm). Il filo viene in seguito
incorporato all’interno di una guaina di argento di un diametro di circa 2.5 mm e viene poi stirato fino a che non arriva ad avere un diametro di circa
0.050 mm. Il processo riduce quindi di 50 volte il diametro del filo composito e
quindi anche del filo più interno di platino che arriva a misurare 1.5 μm. Gli
strati esterni di argento infine vengono rimossi chimicamente con un acido
adatto.
Il filo di Wollaston in un esperimento di calibrazione
Charles G. LOMAS, Fundamentals of Hot Wire Anemometry, Cambridge: Cambridge University Press, 1986, cap. 2.7, pp. 39-40
Geneviève COMTE-BELLOT Hot wire anemometry, in « Annual Review of Fluid Mechanics», Anno VII (1976), Vol. 8, cap. 2, pp. 211-212
Sitografia:
Informazioni sul filo di Wollaston:
https://en.wikipedia.org/wiki/Wollaston_wire
Immagine presa il 31/12/2020 in:
https://pdfs.semanticscholar.org/1515/bc7833e9b52dcb60e8b5091dc71d4dafd8c3.pdf
[Tutti i link controllati e funzionanti il 13 Gennaio 2020]
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